La mia storia
Non ho mai trascorso un minuto della mia vita senza avere un cane in casa.
Avevo poco più di un anno, quando mia madre e mio fratello maggiore si resero conto che dovevano fare qualcosa per la mia paura dei cani. Ad ogni angolo della strada urlavo se ne vedevo uno anche solo in lontananza (da quanto raccontatomi) e pertanto arrivò a casa un piccolo cocker fulvo abbandonato.
Purtroppo però la convivenza si rivelò impossibile: il cane non mi poteva vedere, ringhiava se anche solo mi avvicinavo e gli fu trovata una famiglia più adatta (siate clementi, erano gli anni ’80, non esistevano ancora le adozioni consapevoli).
Molto meglio andò con Piccolo, cucciolotto simil Retriever ospite del banco del canile alla Festa dell’Unità di Pistoia; quando mamma e Paco lo videro non ebbero dubbi, era lui quello giusto! E di fatti la storia ha dato loro ragione, il cane ha vissuto prima con noi e poi con la nonna, quasi vent’anni.
Dopo di lui, la mia vita è stata un susseguirsi di amici a quattrozampe: Blanche, dolce e pacioccosa, amica dei pescatori; Pluto, dalmata incazzoso e anarchico; Iggy e Mimma, dolcissimi trovatelli uniti da un destino crudele di morte per avvelenamento; Rea, buona e intelligente, mancata prematuramente per colpa della leishmaniosi; e come dimenticare le sorelle “Maya”, una per me e una per Paco, ci piaceva lo stesso nome e finimmo per chiamarle così entrambe!
Ma la mia vita “cinofila” cambiò nel lontano 1995 a Besançon, in Francia. Mi trovavo lì con madre e fratello per una fiera e da bambina quale ero, mi annoiavo da morire, finché non ho visto lei: un’orsacchiotta a quattrozampe con un singolare padrone al guinzaglio.
La mia grande fortuna nella vita è sempre stata una sola, non essere timida. In un battibaleno avevo imparato tutto ciò che mi interessava chiedere in francese, e mi lanciai alla conquista del binomio. Scoprii che quel cane spettacolare era una Terranova nero, femmina, e si chiamava JoJo. Ogni giorno veniva in fiera con il proprietario, un uomo buffo e vivace, un po’ troppo amante dei piaceri alcolici. La giornata iniziava infatti con JoJo attaccata al guinzaglio e finiva esattamente al contrario, con il cane che riportava a casa il padrone un po’ troppo brillo. Non ebbi dubbi: da grande avrei avuto un cane identico a quello!
13 anni dopo mi sono laureata in cinofilia all’università di Pisa e credetemi, è stato un caso. Non sono mai stata brava a scuola e finito l’esame di stato, non avevo idea su dove sbattere la testa. Mi iscrissi a Scienze Faunistiche all’Università di Agraria di Firenze, ma non ero convintissima; destino volle che Sandra (madre) lesse sul giornale di questa nuova università per esperti di cani a Pisa, e così mi ritirai da Firenze ancor prima di aver iniziato le lezioni e mi spostai a Pisa.
Il mio destino era scritto: mi sarei laureata e in breve tempo, con l’ausilio di mio fratello maggiore Paco, avrei messo su un bel centro cinofilo con annesso allevamento di cani Terranova. A gennaio 2008, un mese e mezzo prima della laurea, eravamo in viaggio verso Albareto, un grazioso paesino sui monti Parmensi, entusiasi e felici di scegliere quello che sarebbe diventato il capostirpe del nostro allevamento; tra 4 dolcissimi batuffoli ce n’era uno nero che si fiondò a leccare il viso di Paco, e così la nostra scelta ricadde su di lui, Staying Alive detto Obelix.
Era il 12 gennaio del 2008, non avrei mai immaginato che la mia vita stesse per cambiare improvvisamente.
Quel giorno infatti, fu l’ultimo in cui vidi mio fratello di persona. Un incidente stradale causato da un’altra persona se lo portò via soltanto 4 giorni dopo, a 36 anni non ancora compiuti, tanta vita ancora davanti, tanti sogni, progetti, desideri…
Non mi soffermerò su cosa ha significato per me perdere la persona più importante della mia vita a 23 anni appena compiuti: chiunque di voi ha perso una persona cara può capire. Vi racconterò invece di come questo evento abbia impattato su tutto il mio percorso formativo e professionale. Come facevo a mettere su un allevamento da sola, io che non so nemmeno mettere un chiodo ad una parete?
Decisi che non mi sarei fatta prendere dalla disperazione, o perlomeno non subito; il 14 febbraio avevo fissato di andare a prendere Obelix in allevamento e il 26 febbraio mi dovevo laureare, lui teneva tantissimo ad entrambi gli eventi ed io non potevo deluderlo, nemmeno nel ricordo.
Tutto quello che è accaduto dopo non era nei miei piani: sono diventata mamma a 24 anni, in contemporanea alle attività cinofile ho dovuto svolgere molti altri lavori, mi sono trasferita e ho dovuto rinunciare al sogno che avevo con lui. Questo per circa una decina d’anni, ovvero fino a quando mia figlia non è diventata parzialmente autosufficiente, e io ho ricominciato a progettare. In questo arco di tempo ho fatto molte attività con i cani, dall’educazione di base, alla pet therapy, passando per l’addestramento al salvataggio in acqua; sono stati anni di semina, dove ho capito cosa volevo fare, e soprattutto cosa NON volevo fare con i cani.
Ho frequentato un master in istruzione cinofila avanzata e ho scoperto che potevo comunque realizzare il nostro sogno, seppur in maniera diversa. Oggi (dicembre 2021) sono al secondo anno magistrale in etologia all’Università di Torino e inizio a raccogliere i frutti della mia semina. Non so dirvi se il mondo cinofilo è pronto a cambiare, quello che posso dirvi per certo è che io sono pronta a fare da traino per questo cambiamento, e spero con tutto il cuore che anche voi che state leggendo in questo momento, siate decisi e decise a farne parte.
“Fatevi portatori di cultura!” (cit.)
Grazie per essere approdati su questo sito, spero che troviate ciò che cercate. Lisa