E’ universalmente nota l’importanza della posizione della coda quando si parla di comunicazione del cane: vediamo quali sono le posture principali.
Posture e comunicazione: uno degli argomenti più dibattuti in cinofila. E’ difficile mettere insieme tutte le correnti di pensiero che hanno negli anni analizzato questo ampissimo argomento, proviamo a descrivere le linee guida che universalmente potrebbero metterci tutti d’accordo!
Un tempo si diceva che la coda bassa rappresentava il cane sottomesso, quella alta il cane dominante: fine della discussione. Oggi, fortunatamente, questi concetti così limitati stanno piano piano sparendo e sappiamo perfettamente che – ad esempio – i comportamenti aggressivi possono essere anch’essi attivi o passivi. Guardate a titolo di esempio, come sono diverse le posture dei due cani nelle fotografie seguenti, eppure entrambe mostrano un cane decisamente poco amichevole. Il primo ha la coda abbassata ma il pelo ritto tradisce le sue vere intenzioni; il secondo è palesemente sul piede di guerra. L’unica cosa di cui siamo certi oggi, è che posizioni volte ad ampliare la dimensione che il cane rappresenta nello spazio, sono generalmente manifestate da un cane che non ha alcuna intenzione di sottomersi: posizioni che invece sembrano voler far ridurre il corpo del cane, sono di solito identificate in un individuo che non vuole assolutamente combattere.
Se ne parla poco (forse perché questo tipo di odori non sono percepibili dal naso umano), ma grande importanza correlata alla posizione della coda, ce l’hanno le ghiandole anali. L’oscillamento della coda – più o meno ritmato – schiaccia e rilascia con continuità le suddette ghiandole, in questo modo il cane, oltre a mandare messaggi visivi, manda all’altro individuo anche un messaggio olfattivo.
Movimenti della coda ampi e rilassati sono di solito associati ad un cane che non vuole comunicare ostilità, diverso è il discorso della coda che compie gesti corti e rapidi. Alcuni studiosi sostengono che dal momento in cui il cane inizia a muovere la coda (circa 30 gg. di vita nel 50% dei cani), questo comportamento lascia trasparire uno “stato di conflittualità” (vd. Desmond Morris, Il cane tutti i perché, Oscar Mondadori, 1988): timore misto a curiosità, affetto con qualche nota di paura, appetito e competizione…difficile essere completamente d’accordo con questa teoria (essendo anche un po’ datata), ma certo è che dietro a questo tipo di comportamento c’è molto di più di quello che può sembrare all’apparenza.
Continuando a parlare di studi (ma questa volta molto più recenti), impossibile non citare quello svolto da un team tutto italiano che ha riscontrato la fondamentale distinzione tra l’oscillamento della coda verso un lato, rispetto che verso l’altro. Nel 2013 è stato dimostrato come gli stimoli positivi (ad esempio la vista del padrone), associati ad una maggior attivazione dell’emisfero sinistro, provocano un movimento della coda dal centro verso destra e ritorno; viceversa, stimoli nuovi e potenzialmente stressanti (come un cane sconosciuto in arrivo con atteggiamento aggressivo) sono elaborati dall’emisfero destro e quindi lo scodinzolio si dirige verso sinistra. (per approfondimenti: “Vedere uno scodinzolio verso destra o verso sinistra produce differenti risposte emotive nei cani» («Seeing Left – or Right – Asymmetric Tail Wagging Produces Different Emotional Responses in Dogs», Centro Interdipartimentale Mente/Cervello dell’Università di Trento, di Giorgio Vallortigara, con Marcello Siniscalchi, Rita Lusito e Angelo Quaranta dell’Università di Bari).
Di fondamentale importanza è infine il rapporto che esiste tra coda e stress. Esiste un movimento chiamato tail chasing, cioè “inseguimento della coda”, che fa sorridere molti proprietari, ma in realtà manifesta un profondo stato di stress del cane, è infatti tipico degli individui che permangono per molto tempo in gabbia (es, cani da caccia, cani del canile). E’ molto importante consultare subito uno specialista qualora il vostro cane inziziasse a manifestare questo tipo di comportamento.