È l’unico bastardo che amo.
Inizia così la pubblicità progresso firmata da postilla marketing per l’ordine dei medici veterinari della provincia di Napoli, seguita dall’immagine di un cucciolo con una rosa rossa in bocca, circondato da una stanza sporca con un vaso rotto e delle scarpe con il tacco distrutte.
Il testo prosegue da una breve spiegazione che enuncia
Ogni relazione ha bisogno di un periodo di adattamento. Costruiscila con pazienza e senza pregiudizi.
Sono sincera, nell’immediato mi è sembrata una pubblicità davvero intelligente: finalmente si parla di adattamento (fondamentale quando un cane si appresta ad iniziare una nuova vita) e di pazienza (moltissimi proprietari riportano i cani indietro pochissimi giorni dopo l’adozione, perché incapaci di prendersi il tempo necessario per crearsi una vita insieme al cane).
Lo spot poi si conclude con il solito mantra
Adottalo in canile
Perché, vi chiederete, il mio parere – riflettendo su questo spot – è diventato più negativo che positivo? Analizziamolo insieme.
Il gioco di parole tra il bastardo-cane e il bastardo-uomo
Se è vero che non abbiamo dubbi sulla buona fede di chi ha immaginato questo virtuoso parallelismo, è altrettanto vero che il risultato è piuttosto infelice. Non è vero infatti che ogni relazione ha (solo) bisogno di questi tre fattori. Ci sono relazioni che non funzionerebbero comunque (per esempio quella con un bastardo umano) e soprattutto senza un* professionista del settore cinofilo che ti aiuta puoi avere tutta la pazienza del mondo, ma certamente non ti basterà per risolvere gli eventuali problemi che si manifesteranno.
La distanza tra medici veterinari e professionisti del settore cinofilo
Siamo nel 2022, quanto sarebbe bello poter collaborare con chi si occupa dell’aspetto clinico dei cani? Niente da fare. Della possibilità di svolgere un percorso di educazione cinofila nel manifesto non c’è nemmeno l’ombra.
La scarpa con il tacco e la rosa richiamano esclusivamente il mondo femminile
Le donne si occupano della casa, le donne si occupano dei figli, le donne si occupano dei genitori anziani, le donne si devono occupare in via esclusiva anche del cane? Basta, avete rotto le scatole, davvero. Basta con questa narrazione tossica e sessista che vede nella figura femminile la responsabile di tutto ciò che necessita accudimento. In una famiglia che non è composta da una sola persona, la scelta del cane deve essere condivisa. Tutti vogliamo il cane? Tutti ce ne prendiamo cura, ognuno con un ruolo diverso. Donne, smettete di farvi carico di tutto!!!
Adottalo in canile
Ok, su questo chiuderò un occhio, però cerchiamo di non essere ipocriti. Capisco che adottare in canile debba essere la prima scelta, ma pazienza, adattamento e assenza di pregiudizi sarebbero fondamentali per crescere qualsiasi essere vivente. Un cane di razza preso in allevamento non viene ceduto con un libretto di istruzioni, dunque i principi di base dovrebbero essere gli stessi: prendere un cane con coscienza e consapevolezza.
Il risultato di questo spot è, ahimè, molto confusionario.
Se è vero che – ripeto – la buona volontà c’è e si vede, il messaggio che viene comunicato non è chiaro e molto spesso è ambiguo. Vorrei sembrare dalla parte delle donne, ma mando un messaggio sessista, vorrei stare dalla parte dei canili, ma mando un messaggio razzista, vorrei fare pubblicità progresso, ma in realtà la sto facendo regresso.
Insomma, voto finale 5 per l’incoraggiamento, ma di strada ce n’è da fare ancora molta!