Cani aggressivi, cani pericolosi, cani mordaci. Tre tipologie di individui (spesso erroneamente confusi gli uni con gli altri), che da sempre destano grande attenzione e interesse in cinofilia. Vediamo di capirci qualcosa di più.
Argomento che da sempre mi sta a cuore, tanto da scriverci la tesi di master (se volete approfondire l’argomento, la trovate interamente pubblicata qui). I cani cosiddetti “pericolosi” sono diventati argomento di grande dibattito in Italia fin dall’anno 2003, quando uscì la famosa legge Sirchia, prima ordinanza in assoluto sull’argomento, alla quale poi hanno fatto seguito tante altre, fino a quella attualmente in vigore, la legge Fadda del 2013. Quello che distingue la prima ordinanza da tutte le altre è la tanto criticata lista di razze considerate pericolose che conteneva; infatti, la comunità cinofila e cinotecnica si indignò, perché alla base della lista non vi era alcuna considerazione scientifica.
Sono trascorsi ormai ben 17 anni da quella legge, purtroppo però non sono stati fatti grandi passi avanti in materia, né dal punto di vista preventivo (i patentini sono previsti dalla normativa, ma quasi mai i proprietari vengono messi nelle condizioni coatte di seguirli), né dal punto di vista sanzionatorio. La realtà è che qualsiasi cane nella sua vita può mordere, in quanto l’aggressività altro non è che una forma di adattamento del cane. Che significa questo? Che tranne nei casi di patologia comportamentale conclamata (e come sempre vi ricordo che deve essere il Veterinario esperto in comportamento a diagnosticarla), il cane dà sempre dei segnali prima di arrivare al morso. Questo ci rimanda ad una conclusione: nella stragrande maggioranza dei casi il morso del cane deriva da una negligenza del proprietario.
Non abbiamo nessuna prova scientifica che ci siano razze che mordono più di altre, anzi, dalla mia ricerca che abbraccia ben dieci anni di registrazioni, emerge esattamente il contrario. Quello però che possiamo dire con certezza è che il morso di un cane non è mai uguale al morso di un altro. Questo si traduce nel fatto che alcuni elementi (taglia, sesso, peso, conformazione e tenuta del morso, velocità di reazione, livello di irritabilità sono le principali) possono rendere un cane estremamente più pericoloso di un altro. Oltre a questo c’è da considerare anche che alcune razze di cani sono state appositamente selezionate dall’uomo in passato per essere reattive in questo senso (i cani “da utilità e difesa” non si chiamano certo così a caso!), dunque non ci possiamo stupire se a volte – purtroppo – la situazione ci sfugge di mano.
Quello che tutti i proprietari di cani possono fare per arginare il rischio è sicuramente:
Per maggiori informazioni sull’argomento vi consiglio il libro più quotato in materia: Joël Dehasse, Il cane aggressivo – Gestione del cane aggressivo nella pratica clinica, Point Veterinaire Italie.