Ivan Pavlov, il “padre” della psicologia canina, stava svolgendo delle ricerche sull’uomo, quando scoprì per puro caso di poter condizionare il comportamento del cane. E’ infatti l’esperimento più famoso quello che riguarda la salivazione, che per anni ha portato gli studiosi a credere che il comportamento del cane funzionasse praticamente solo esclusivamente attraverso il meccanismo “stimolo=risposta”. Poiché il cane condivide con il progenitore lupo quasi l’intero codice genetico, si è dato per scontato che i moduli comportamentali fossero li stessi, ma oggi invece sappiamo per certo che la genetica influenza pochissimo l’espressione comportamentale, altrimenti come ci spiegheremmo che noi uomini abbiamo praticamente quasi lo stesso codice genetico delle scimmie?
Molto di quello che vediamo oggi nei nostri amici cani è dato dalla domesticazione, dall’ambiente e dalla selezione genetica avvenuta per mano dell’uomo. Il cane è molto più di una semplice risposta agli stimoli esterni, è mosso da emozioni e sensazioni individuali, unite alle motivazioni, molto spesso simili nei cani appartenenti alla medesima razza.
Il comportamento del cane è dunque un mix di genetica, ambiente e apprendimento, impossibile però sapere quanto pesa ciascun tassello, ogni corrente scientifica ha il suo pensiero a riguardo.
Sicuramente possiamo dire che, perlomeno per quanto riguarda l’apprendimento, il cane impara meglio attraverso rinforzi che punizioni, ed è per questo che durante l’addestramento si consiglia sempre ai proprietari di evitare di mettere il cane nelle condizioni di sbagliare!
Larga parte di ciò che vediamo nei nostri cani è data dall’olfatto: è questo infatti il senso più importante e che condiziona gran parte dell’espressione dei nostri amici pelosi. Inoltre, sono molto più attenti ad osservare la nostra postura piuttosto che ad ascoltare le nostre parole, ed è anche per questo che quando diamo un comando al nostro cane dovremmo stare molto attenti al linguaggio del nostro corpo: se è incoerente rispetto a ciò che gli chiediamo, come possiamo pretendere che comprenda?